Articolista

Sab*** ***** (XX Anni)
Performer a Specificate nella Descrizione
Accademia di belle rti di Brera
Cernusco sul Naviglio,
Lombardia
Questo candidato e' disposto a spostare
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Esperienza
Performer
Specificate nella Descrizione
2 Mar. 19 Best Western Plus Hotel Galles Milano (Italia) Performance in tre atti sull'ambiguità dell'essere madre: madre quotidiana, madre ambigua, madre folle. Con ispirazioni alla "Medea" di Lars Von Trier e una Ninna Nanna del XIII sec. Tra canti, bambole di ceramica e pezzi inediti. 


21 Mar. 18–20 Apr. 18 Performer all'interno della mostra collettiva "ApneA 1.0" A cura di Maurizio Arcangeli e Clara Bonfiglio all'interno dell'"Acquario Civico", Milano (Italia) Progettazione e ideazione della performance: "Chi viene con me?" all'interno di una serie di interventi performativi intorno al ciclo tematico sull'elemento acqua. Il mio progetto prevedeva una video-installazione sul film "Il cigno nero" di Darren Aronofsky, citazioni con parallelismi tra il film e il balletto "Il lago dei cigni" di Ciaicovskyj e l'allestimento di una piccola stanza. L'opera prevedeva il contatto diretto col pubblico, chiamato a partecipare all'azione performativa. Cura della regia, allestimento dello spazio, cura dei costumi e dei materiali (tra cui alcuni dipinti), intervento performativo.


24 Ott. 17 Museo Botanico Aurelia Josz Milano "Performance -Untitled- mentre sento siamo arrivati" durante la mostra collettiva "Cosa non fare negli spazi verdi" a cura di Maurizio Arcangeli e Clara Bonfiglio.

31 Giu. 17 Performer all'interno della mostra collettiva "Real Lies" A cura di Giacomo Pigiapoco e Luca Gennati presso C.A.M. Gabelle, Milano (Italia) Ideazione e organizzazione della performance: "... mano sinistra sul cuore …". L'opera è stata realizzata all'interno di uno spazio oscuro dov'era presente con la sua installazione l'artista Marco Paganini, il quale mi ha ospitato all'inetrno dello spazio dove ho realizzato il  lavoro. Opera sulla vocazione di Sibilla, da me interpretata, la quale inventa nuovi tarocchi ispirati al cinema, allla letteratura, alla poesia, alla musica, al teatro. Un bicchiere, una candela, una foto di Shakespeare che guarda chi si siede al tavolo come un dio che provvede a dare vita all'opera, in quanto padre della tragedia. La Sibilla chiama i presenti a prendere parte a questo lavoro sedendosi davanti a lei e portando la mano  sinistra sul cuore.
 
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17 Set. 16 49° Premio Suzzara Suzzara (Mantova) Partecipazione all'evento collaterale relativo al "49° Premio Suzzara" con la performance "Si paga con la vita".

19 Set. 15 Castello di Fombio Fombio (Lodi) Presentazione di un video "Sturm und drag" con relativo intervento performativo che si relazionava al video. Durante la mostra collettiva "Collaudo 0.1".

14 Apr. 15 Protagonista di un momento performativo all'interno di un evento privato del Fuori Salone allo Spazio NonostanteMarras A cura di Francesca Alfano Miglietti; finanziato da Marie Claire Maison, Milano (Italia) L'opera ha il titolo "Non si può trovare la pace sottraendosi alla vita" e si ispira direttamente al film "The Hours" del regista Stephen Daldry. La proiezione imponente di un frame del film scorre dietro la mia interpretazione di Virginia Woolf. Nel montaggio video le parole di Virginia rimangono sospese, quelle di Leonard Woolf si sentono profonde. Il momento è catartico. Virginia Woolf è costretta a Richmond, lontana da Londra, per preservare la sua salute mentale. Lì Leonard se ne prende cura, senza riuscire a capire la sua condizione di donna obbligata. In un lungo monologo alla stazione dove aspetta il treno per la città, Virginia si apre con il  marito: <>
 
4 Nov. 14 Galleria SpazioPorpora via Porpora Milano (Milano) Mostra personale. Esibizione pittorica con intervento performativo Titolo: "Introspezione; autopsia di un'anima".

21 Set. 14–28 Set. 14 Fabbrica occupata RI-MAFLOW Trezzo sul Naviglio, Milano Mostra collettiva: "Collaudo 0.0"a cura di Maurizio Arcangeli e Clara Bonfiglio. Performance dal titolo: "Rivisitando <Orgia>" ( ispirato a Orgia di Pier Paolo Pasolini e alle visioni de "Le onde del destino" di Lars Von Trier)
Formazione
Diploma Accademico di II livello (equipollente alla laurea magistrale)
Accademia di belle rti di Brera
 Diploma Accademico di II Livello Accademia di Belle Arti di Brera, Milano (Italia) 

Ho affrontato un percorso di studi in "Arti visive" con indirizzo Pittura. Nonostante questa qualifica mi sono specializzata nello sviluppo di interventi performativi, video e installazioni. Comunque ho mantenuto sempre accesa la passione per la pittura. Il progetto di tesi, seguito dal prof. Mauro Folci. Con la discussione sullo scritto redatto con la supervisione della relatrice di tesi, la prof.ssa Francesa Alfano Miglietti. La partecipazione del docente di indirizzo, il prof. Maurizio Arcangeli, mi sono valsi al giudizio della commissione il voto finale di 110 con lode.  La tesi dal titolo ARTEVITA -tra passione e speculazione- conteneva i seguenti sei capitoli Prefazione
Capitolo I “Il cigno nero” di Darrer Aronofsky 
Capitolo  II       Felix González-Torres “Untitled” (Perfect Lovers).
“Untitled “(Portrait of Ross in L.A.).

 Capitolo III Louise Bourgeois e i suoi scritti. Il rapporto tra la sua opera e i genitori tessitori di arazzi, i suoi “ragni”, le sue visioni, l’incontro con Robert Mapplethorpe. L’iconografia del ragno dalla mitologia al cinema. Da Aracne allo  “Spider” di David Cronenberg. 

Capitolo IV Robert Mapplethorpe, un pretesto per parlare delle passioni di  Patti Smith, “Just kids” – soltanto dei ragazzini – 

CapitoloV Concettualismo e Corpo poetico: l’arte come pensiero quotidiano nella realtà - Marcel Duchamp, Carol Rama, Gina Pane, Jim Jarmusch 

Capitolo VI Santa Teresa d’Avila, tra Gian Lorenzo Bernini e Madame ORLAN Per il progetto di tesi ho portato un lavoro dal titolo "Teresa di Gesù". Una performance dove  ho lavorato in sinergia con altre due figure oltre a me. Un uomo, sulla quale veniva proiettata la mia immagine vestita da Santa Teresa. Guardano all'immagnario Barocco di Bernini e a quello più contemporaneo di Madame ORLAN. Mentre mi toccavo rapita dal godimento mistico che mi portava questo amore per Gesù.  E una donna che teneva in mano un piccolo proiettore che proiettava questa mia immagine sul petto dell'uomo che leggeva dei versi scritti dalla Santa in preda al rapimento d'amore. Io in un angolo dopo che l'uomo aveva  terminato di leggere i versi di cui ho trovato alcune passi nel libro "Teresa tra passione e godimento - Psicoanalisi di una santa-" mi rianimavo e recitavo il resto dei frammenti delle lettere, con lo stesso abbigliamento della proiezione e un faro ai miei piedi che stagliava una lunga ombra nell'angolo in cui mi ero appartata. 
 
 
1 Ott. 18 Attualmente iscritta ad un ulteriore biennio presso lo stesso Ateneo Dipartimento di Scultura

4 Dic. 14 Diploma Accademico di I Livello 110 con lode Accademia di Belle Arti di Brera, Milano (Italia) 

30 Giu. 04 Maturità Artistica Liceo Artistico Statale di Brera, Milano (Italia) 

1 Set. 00–30 Giu. 01 Regia Teatrale Fondo Sociale Europeo, Milano (Italia) 
Lingue
Italiano - Madrelingua
Informazioni addizionali
RECENSIONE DE “IL CIGNO NERO” DI DARREN ARONOFSKY
Trovare in se stessi un alter ego che vada a colmare i vuoti che mancano alla nostra personalità per diventare degli artisti migliori, fino a far prendere il sopravvento a questo alter ego al punto che arte e vita si intreccino fino alla follia. Questo è il concetto cardine del film “Il cigno nero” di Darren Aronofsky .
Nina Sayers è una ballerina di grande talento, bellezza e perfezione. Delicata e dolce, è l’incarnazione stessa del “Cigno bianco”, ma a causa dei traumi a cui è stata sottoposta per tutta la vita della madre Erica Sayers , un’ ex-ballerina che ha visto sfumare il suo sogno di diventare una grande danzatrice con la nascita della figlia: “la mia bambina”, come la chiama in continuazione, le manca, in apparenza, quella parte torbida e sensuale che le servirebbe per interpretare il “Cigno nero”. È qui che entra scena Lily, l’alter ego creato dalla psiche già molto instabile di Nina, quando a New York il regista e coreografo Thomas Leroy decide di aprire la stagione con una nuova e oscura versione de “Il lago dei cigni”. Lily sembra chiaramente una proiezione di Nina, non a caso non ha neanche un cognome; è semplicemente Lily, questa nuova ballerina che entra misteriosamente a far parte del corpo di ballo che inizialmente nessuno sembra vedere e che  al contrario di Nina è  un vortice di sensualità e passione. Lily altro non è che l’altra metà  della protagonista che crea questo alter ego per trovare il suo “lato oscuro”? Quello che le serve per interpretare entrambe le parti, fino a perdere coscienza della propria soggettività? La vita di Nina si trasforma così nella “vera” versione de “Il lago dei cigni” fino a portare quella instabilità emotiva che caratterizza la protagonista, alla follia. In compenso, riuscirà a trovare in se quella parte oscura, che pagherà con l’atto estremo e finale del suicidio, ma che la porterà anche ad essere un superbo “Cigno nero”. 
Darren Aronfski, fa un uso quasi maniacale di specchi e riflessi per dare allo spettatore la possibilità di fondersi e di confondersi con l’instabilità emotiva di Nina e mettere in evidenza il fine del film che vuole sottolineare questo darsi senza freni all’arte e per l’arte che in questo caso è rappresentato dalla protagonista e dalle sue percezioni alterate. Quando Nina cerca disperatamente il suo “lato oscuro” perde coscienza e subentra Lily che prende il sopravvento sulle scelte e sulle abitudini della protagonista. 
Una via di mezzo tra “Doctor Jekill e Mr. Hide” e “All about Eve” anche se in questo caso l’altra Eva sembra essere ancora Nina; Lily non è che un suo sdoppiamento?
Dove siamo disposti a spingerci per realizzare i nostri sogni? Fino a che punto può arrivare lo scarto tra noi e il nostro altre ego per diventare quello che vogliamo essere? Per ottenere quello che vogliamo avere?
La locandina promozionale del film è fortemente simbolica. Rappresenta la rottura emotiva della protagonista. Qui Nina sembra una bambola di porcellana che cadendo si è crepata in volto. Quante volte infatti Nina Sayers cadrà durante lo svolgimento della storia? Sia fisicamente, durante le prove alienanti che il regista Thomas Leroy le impone con rigore e pressione ma soprattutto a livello emotivo?
Una scena cardine della pellicola è quando Nina percorrendo un vicolo newyorkese  vede passare una donna vestita di nero che ha il suo stesso volto, ma non il suo stesso sguardo. Lo sguardo della protagonista, infatti, è sempre perso e fragile. Quello della donna che le passa a fianco è fiero, forte e languido. Natalie Portman, (Oscar miglior attrice 2011 per il film in questione), è incantevole e sorprendente nel mettere insieme l’ambivalenza emotiva del suo personaggio. Da un lato la bambina spaventata, dall’altro la donna che si batte con tutto il suo fervore erotico per raggiungere il suo sogno. 
La figura del regista Thomas Leroy rafforza queste figure.  Infatti sia la Nina bambina, che la Nina donna emergente, vedono il coreografo come un mentore. La Nina bambina si immagina che Leroy la voglia sedurre, quella donna che sta diventando sempre di più l’incarnazione vivente del “Cigno nero”, Lily,lo  seduce. Nina immagina che la prescelta per interpretare l’eterna opera ciaikovskiana sia un’altra, in un secondo tempo che voglia sostituirla. In realtà Leroy fin dall’inizio vuole solo Nina, nonostante abbia delle titubanze a riguardo delle fragilità della ballerina che all’inizio sembra perfetta ma solo per interpretare il “Cigno bianco” . Questo porta il regista a spronarla con fare arrogante e quasi intimidatorio, arrivando a umiliarla pubblicamente. Tutto precipita quando subentra Lily e la storia sembra diventare un gioco al massacro tra le due danzatrici di cui è Leroy a tenere le fila. Ma questo è ancora una volta solo nella testa di Nina. È a questo punto che si inizia ad entrare nell’intimità della vita celata dalla Portman. La giovane compie azioni autolesionistiche per trovare nel suo giovane corpo delle vere e proprie ali arrivando a scorticarsi la schiena con le unghie e ad avere delle allucinazioni dove quel suo giovane corpo diventa ibrido: a metà strada fra un cigno e una donna.
Un’altra scena è fondamentale nello sviluppo della tragedia, il giorno della I la madre invidiosa della figlia non la sveglia e fa di tutto per fermare Nina che deve correre in teatro: qui la follia prende il sopravvento su entrambe le donne, dal suo atelièr dove dipinge centinaia di volti di ballerine terrorizzati e terrorizzanti la madre inveisce su Natalie Portman, lei di ripiego è convinta di aver passato con Lily, di aver avuto con lei un rapporto orale e che sia stata ancora lei a non svegliarla. Per l’ennesima volta la ragazza assale se stessa, in un crescendo dove lo sdoppiamento della personalità devasta la realtà dei fatti e crea  una doppia lettura, dove ormai anche allo spettatore più attento sfugge quale sia davvero l’effettività dei fatti. Lily esiste? Lily è solo una proiezione? Nina ha ferito Lily a morte con un frammento di specchio nel suo camerino?
Il finale inquietante rafforza ogni dubbio dello spettatore.  Nina ha ferito a morte se stessa. Si capisce nell’istante in cui Lily bussa alla porta per complimentarsi con la collega poco prima dell’ultimo atto. Lily esiste dunque … Non è una proiezione reale ma quell’altro io in cui la protagonista  a riposto tutte le sue ispirazioni, ma anche le sue negazioni e frustrazioni.  Nina entra in scena per l’ultimo atto e la sua immensa Odette si butta da un precipizio per trovare la morte, ormai vittima del sortilegio che la  vorrebbe cigno di giorno e donna di notte per l’eternità.
Aronofsky lascia questa sospensione su Nina/Lily. Lily/Nina fino alla chiusa dello spettacolo con sottili riverberi … solo in alcune scene infatti  Lily è presente anche per gli altri ma sono anche quelle scene dove Leroy mostra a Nina quanto  Lily sia più spontanea di lei  : << Guarda, guarda come si muove è precisa ma senza sforzo: lei è il sesso>> .  Scene dove tutto quello chi Nina vede e sente potrebbe essere una sua ulteriore distorsione della realtà.